CAMPI VALERIO, MIGLIORE TINTILIA, MOLISE, MIGLIORE VINO MOLISANO, MIGLIORE VINO ITALIANO, PENTROD'ISERNIA, TINTIILA DEL MOLISE, VINO ITALIANO, VINI DEL SANNIO PENTRO, SANNITI, ARCHEOLOGIA ROMANA, VINO ARCHEOLOGICO, CANTINA ARCHEOLOGICA, ALCHEMIC WINERY, CULT WINERY, ITALIAN CULT WINERY

I° sec. a.C.
L’esistenza della stele è nota dal XVII secolo, grazie a una grossolana trascrizione in una carta conservata nella Biblioteca Comunale di Isernia. Scoperta nella zona della Trinità di Macchia d’Isernia, la lapide e il suo bassorilievo sono stati oggetto di studi approfonditi da vari esperti, ricostruendone il testo e svelando il significato:
Il viandante dice: “Facciamo il conto”
L’ostessa risponde: “Devi pagare un asse per un sestario di vino, un asse per il pane e due assi per il companatico (pulmentarium)”.
L’avventore accetta: “Mi sta bene”
La donna aggiunge: “Devi ancora otto assi per la donna (puellam)”
L’uomo: “Anche questo mi sta bene”
L’ostessa completa il conto dicendo:
“Sono due assi per il fieno dato al mulo”
Il cliente rassegnato conclude:
“ Questo mulo mi manderà in rovina!
(ad factum dabi) "
Lucius Calidius Eroticus commissionò l’insegna per se stesso e sua moglie Fannia Voluptas. I nomi dei defunti suggeriscono una coppia di liberti: un ex schiavo (Erotico) di un L. Calidio, e una donna di nome Voluptas che una volta apparteneva a un membro della gens Fannia. Ma c'è una sorpresa: piuttosto che dilatarsi sulla devozione della coppia l'uno all'altro, sulle virtù di Voluptas come moglie o sulla sua stessa carriera, il defunto Erotico racconta invece una barzelletta, sotto forma di un dialogo tra un oste (caupo) e un viaggiatore che sta saldando i conti prima di partire con il suo mulo.
Il ritrovamento della stele di Calidio Erotico è di un'importanza straordinaria sotto il profilo enologico, per la presenza della parola "vino" riportata nel testo risalente al I° sec. a.C.
Stele di Lucius Calidius Eroticus e Fannia Voluptas

PALEOLITICO
L'area archeologica della Pineta di Isernia e l’insediamento di Guado San Nicola a Monteroduni sono importanti siti archeologici situati in Italia, nella regione Molise. La Pineta di Isernia è una riserva naturale conosciuta per i suoi reperti archeologici, mentre l’insediamento di Guado San Nicola è un sito preistorico significativo.
La Pineta di Isernia è famosa per il ritrovamento di resti umani risalenti al Paleolitico medio, appartenenti a esemplari di Homo erectus. È stato un importante sito per gli studi antropologici, permettendo agli studiosi di comprendere meglio l'evoluzione umana in Europa.
L’insediamento di Guado San Nicola a Monteroduni è un sito preistorico datato al Paleolitico inferiore e medio, dove sono stati ritrovati numerosi strumenti litici, soprattutto bifacciali.
Entrambi questi siti forniscono importanti informazioni sull'evoluzione umana, sulle tecnologie e sulle abitudini culturali delle popolazioni antiche che abitavano la zona molti millenni fa, testimoniando l'autentica vocazione di un territorio.
Sono considerati siti di grande importanza per gli archeologi e gli antropologi nello studio dell'antichità umana in Italia e in Europa.
Guado San Nicola è l'unico vigneto al mondo messo a dimora su un sito paleolitico.
La Pineta di Isernia e l’insediamento di Guado San Nicola

1600
La famiglia Pignatelli è una delle famiglie nobili più antiche e importanti d'Italia, con una lunga storia che risale al medioevo. Originaria della regione di Napoli, la famiglia ha esercitato un'influenza significativa nel corso dei secoli, sia a livello politico che culturale.
Il Castello Pignatelli s’innalza in posizione strategica di controllo e di difesa dell’alta valle del fiume Volturno, con i rilievi delle Mainarde e del Matese.
Un patrimonio naturalistico incontaminato e un paesaggio storico denso di valenze culturali e di sistemi monumentali, esprimono storia e futuro di questa terra antica e giovane nello stesso tempo. Il Castello, con la sua possente struttura fortificata, ha rappresentato nei secoli il centro della vita economica di Monteroduni fino a diventare residenza rinascimentale della famiglia Pignatelli.
La Casata , le cui origini leggendarie longobarde sono evocate dalle tre pignate effigiate nello stemma, è stata protagonista della storia del feudo dal secolo XVII.
Il Castello di Monteroduni, attualmente meta culturale di prestigio, continua a vigilare sulla Valle, come sulla storia dei Pignatelli di cui è emblema e custode delle antiche memorie.
La Famiglia Pignatelli è stata la prima a produrre vino in Molise, come testimoniano gli innumerevoli diplomi e attestati gelosamente custoditi dalla Famiglia Valerio nello storico oleificio che fu del Principe Pignatelli.
Famiglia Pignatelli

1800
Il carteggio tratta e testimonia l'interesse per il passato preistorico in Molise, presentando la corrispondenza tra il canonico Francesco Scioli e l'importante paletnologo Luigi Pigorini, fondatore e direttore del Regio Museo Nazionale Preistorico Etnografico di Roma al quale nel 1877 venne affidata la prima cattedra di Paletnologia in Italia.
Il canonico Scioli di Monteroduni, nella sua corrispondenza con Pigorini, dimostra un profondo impegno nella ricerca di reperti preistorici nel Molise: descrive scoperte come tombe litiche, frecce, pugnali e altri manufatti associati a periodi specifici dell'età preistorica.
Durante la sua corrispondenza, nel 1882, Scioli aveva menzionato la presenza di vulcani, ipotesi validata dai recenti studi e dall'accurata indagine scientifica coordinata dal professor Carlo Peretto dell'Università di Ferrara, confermando questa presenza vulcanica ed evidenziando la rilevanza delle osservazioni di Scioli e la loro importanza nel contesto della ricerca moderna sulla geologia e la storia del territorio.
Questa scoperta dimostra la predisposizione di questa regione a produrre eccellenti coltivazioni, soprattutto nel settore vinicolo.
Il carteggio Ottocentesco tra il canonico Scioli e Luigi Pigorini